Ci sono molti pareri discordanti in merito all’età in cui si dovrebbe iniziare a cavalcare un puledro. C’è chi sostiene che compiuti i 24 mesi di vita il cavallo sia pronto, chi invece pensa che l’equino debba raggiungere i 36 mesi e così via.
Ma su cosa possiamo basarci scientificamente per capire se il puledro è pronto a reggere il nostro peso?
La risposta è più semplice del previsto: sullo sviluppo osseo.
Infatti, le cartilagini di accrescimento (fisi), man mano che il cavallo cresce, si trasformano in osso (ossificazione) e soltanto quando l’ossificazione sarà terminata potremo avere la certezza che il nostro cavallo sarà in grado di portare il nostro peso senza controindicazioni fisiche e psicologiche.
Come funziona l’ossificazione delle cartilagini di accrescimento?
L’ossificazione della cartilagine di accrescimento inizia dagli zoccoli e nel tempo si sposta verso l’alto. Ne consegue che schiena e collo saranno gli ultimi a completare il processo.
La crescita varia da razza a razza, ma tendenzialmente termina intorno ai 5/6 anni (in alcuni cavalli può terminare anche a 7/8 anni).
Il cavallo essendo un animale che cresce molto velocemente, può sembrare pronto per essere cavalcato già dopo poco più di un anno, ma non è così. Non esiste nessuna razza ad accrescimento veloce, anche il Quarter Horse e l’arabo che apparentemente sembra maturino velocemente, impiegano orientativamente lo stesso tempo.
L’apparenza inganna!
Gli addestratori e i proprietari, prima di fare qualsiasi attività, dovrebbero conoscere e tenere ben a mente il processo di crescita del puledro.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando facciamo un esempio.
Un puledro di 400 kg che supporta un peso di 80kg sulla schiena, è gravato di una zavorra equivalente a un quinto del proprio peso. È come se un essere umano di 80kg dovesse supportare sulla schiena otto bottiglie di acqua da due litri (più di una cassa) facendo attività fisica come il footing o la corsa.
Aggiungiamoci che il puledro non ha ancora la struttura ossea formata ed è facile intuire le problematiche che ne derivano.
Di seguito una chiara immagine che mostra la chiusura delle cartilagini nell’arco degli anni.
I danni più evidenti e comuni
In molti credono che i danni più frequenti siano alle gambe, ma il rischio maggiore è per schiena e collo, le ultime parti a terminare l’ossificazione.
È necessario quindi prestare attenzione a non strattonare o mettere in qualsiasi situazione di sforzo il collo, come ad esempio legarlo rischiando che tiri con forza.
Ai problemi fisici si aggiunge il danno psicologico. Infatti, nel montare in sella, il puledro irrigidisce la muscolatura dorsale per contrastare il peso del nostro corpo. Questo atteggiamento di irrigidimento muscolare e di conseguenza di irrigidimento mentale, rimarrà nel tempo come comportamento appreso. In futuro sarà inevitabile per l’equino aver problemi di rilassamento psicofisico, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quindi, quando iniziare l’addestramento?
Ciò che è stato detto fino ad ora non vuole consigliare di iniziare l’addestramento a 6 anni.
Infatti, è possibile iniziare a interagire con il puledro fin dalla sua nascita. Inizialmente l’obiettivo sarà quello di renderlo confidente e fiducioso verso l’essere umano e gettare le basi della relazione.
A circa due anni potremo iniziare a renderlo confidente con l’attrezzatura iniziando l’addestramento da terra.
A quattro anni potremo salire in sella per brevi sessioni iniziando le manovre di base.
A cinque o sei anni la maggior parte dei cavalli ha ormai completato il processo di accrescimento ed è quindi fisicamente pronto per apprendere tutte le competenze da sella necessarie.
In conclusione ci sono molte attività divertenti da fare con il puledro che non richiedono per forza la sella e che costituiscono la base di una relazione sana, piacevole e sicura. Scopri l’equitazione naturale.
La pazienza quindi è la chiave per avere un compagno in salute e per una relazione di lunga durata!