Negli ultimi decenni sono nati decine e decine di metodi e di teorie sull’equitazione naturale. Sono talmente tanti che, ad oggi, questo termine significa tutto e niente.
C’è chi nasconde dietro il termine naturale un vero e proprio abuso psicofisico: ad esempio, i cavalli vengono costretti a girare e rigirare ripetitivamente in circolo, senza alcun senso oppure vengono addestrati come se fossero animali da circo, distruggendone la loro dignità e chi invece tratta i propri amici equini come esseri umani, non comprendendo affatto la loro vera natura.
Chi si avvicina al mondo del cavallo entra spesso in contatto con una lunga serie di personaggi che professano il proprio metodo come una religione. Quasi sempre questi metodi “fatti in casa” sono più vicini ad un’equitazione da spettacolo e basati sul ritorno economico, piuttosto che su un’approccio eticamente accettabile dal cavallo.
Quasi sempre queste metodologie naturali trovano i loro punti di forza in una pseudo-scienza la cui natura non ha nulla a che fare con la natura dei cavalli. Anche molti studi scientifici, magari fatti in buona fede, si basano su premesse e contesti errati che ne compromettono il risultato in partenza. A creare ulteriore confusione è lo stesso mondo dell’equitazione, coinvolto costantemente in dibattiti che spesso si trasformano in sterile polemica.
Cosa è l’equitazione naturale?
Per comprendere il concetto di equitazione naturale occorre fare un passo indietro e analizzare la vera natura del cavallo. La nozione più importante da tenere in considerazione è che il cavallo è un animale sociale! Animale sociale! Animale sociale!
In natura vive in gruppi familiari che possono essere parte di un branco più ampio, composto a loro volta da altri gruppi familiari e da bande di scapoli.
Ogni individuo è legato agli altri da un vero senso di appartenenza al gruppo che, grazie ad un’estesa rete di relazioni, offre cooperazione, socialità, sicurezza, cibo, riproduzione, gioco, allevamento dei puledri, ecc.
Guardando con attenzione la crescita di un puledro, il suo sviluppo all’interno del gruppo familiare di appartenenza genera le fondamenta di tutti i suoi comportamenti futuri. I processi di apprendimento durante la crescita influiscono profondamente sul comportamento. Attraverso le esperienze, l’educazione e la cultura del gruppo il giovane cavallo acquisisce i pattern funzionali che sono la base dello sviluppo di una personalità stabile, gentile, cooperativa, affettuosa, comunicativa, curiosa e pronta ad imparare.
Osservando gli allevamenti moderni, possiamo facilmente giungere alla conclusione che il cavallo medio è un equino “ignorante”. I pattern comportamentali e le competenze che avrebbe acquisito in una crescita all’interno del gruppo familiare, e che sarebbero potuti servire da guida, sono inesistenti. Pertanto un cavallo che non ha acquisito le competenze dal gruppo familiare sviluppa diversi problemi, ad esempio non sa relazionarsi con altri cavalli, problemi di ansia, problemi di apprendimento, di giudizio e molti altri ancora. A tal proposito sono state svolte svariate ricerche negli ultimi sessant’anni, su vari mammiferi, a riprova delle conseguenze di una mancato sviluppo all’interno della famiglia.

Possiamo quindi sostenere razionalmente che un allevamento naturale costituisce le fondamenta essenziali della vera equitazione naturale.
L’approccio più logico con cavalli che non hanno acquisito i pattern comportamentali e le competenze dal gruppo familiare è quello di un’educazione paziente, progressiva, che miri a riempire quante più lacune possibili, ponendo molta attenzione al livello di competenza specifica dell’individuo.
Questo tipo di approccio può definirsi il più vicino alla natura equina, di conseguenza un gran numero di metodi, tecniche e approcci sono lontani da una qualsiasi base naturale (dalla gestione, la ferratura, l’uso di morsi ecc. ecc.). Qualsiasi metodo, anche definito naturale, che non miri in primo luogo a colmare le mancanze e aggiungere le naturali competenze che il puledro avrebbe acquisito in un sano contesto familiare, non ha alcun senso.
Ne consegue che nella stragrande maggioranza dei casi i termini naturale, etico, etologico, ecc., non significano nulla, e sono spesso solo la maschera di un insieme disparato di tecniche che funzionano solo per “disperazione appresa”.
La disperazione appresa, chiamata anche impotenza appresa, è la condizione di chi mette in atto comportamenti appresi di tipo passivo. Chi ne soffre pensa di non poter far nulla di fronte alle avversità e si rassegna reprimendosi. La disperazione appresa è associata a condizioni depressive come ad esempio i disturbi dell’umore che possono essere più o meno accentuati.
Riflessioni
Secondo quale logica quindi una persona che ha avuto un’infanzia traumatica o privata della famiglia ha bisogno di anni di aiuto e terapie per diventare un individuo equilibrato e felice ed un equino no?
Come è possibile credere che quattro sessioni da mezzora in un tondino, in una condizione spesso di panico, possano essere la soluzione di ogni problema?
Se lo stesso trattamento fosse riservato a noi umani cosa diremmo?
Possiamo affermare che l’uso del termine naturale è quasi sempre fuorviante e manipolato al solo scopo di lucro?
Ricapitolando
La vera equitazione naturale è quindi una partnership affettuosa e cooperativa che trascende le barriere che ci sono fra specie diverse. Chiunque abbia a che fare con i cavalli dovrebbe essere formato e informato, colto, conoscere la psicologia e la comunicazione equina e avere un approccio cognitivo che faccia davvero da guida per ottenere una vera partnership naturale ed etica.
Se a questo approccio fosse associato il termine naturale allora potrebbe non solo assumere un significato reale, ma sarebbe anche un importante passo in avanti nella nostra capacità di aiutare i cavalli nel loro percorso di apprendimento.
Dovremmo abolire la falsa terminologia, le soluzioni rapide ed evitare l’uso della pseudo-scienza per nascondere la smania degli uomini di dominare su altre specie.
Purtroppo ad oggi non esistono ancora leggi serie che tutelino gli equini ma già nel 1965 il Brambell Report elencava, con particolare riferimento agli animali allevati, le cinque libertà per la tutela del benessere animale, che possiamo considerare alla base dell’equitazione naturale:
1
Libertà dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione (Disponibilità di acqua e di cibo adeguati ai fabbisogni della specie) .
2
Libertà di avere un ambiente fisico adeguato (Garanzia di un ambiente appropriato alle esigenze dei soggetti, con ricoveri e un’area di
riposo confortevole) .
3
Libertà dal dolore, dalle ferite, dalle malattie (Divieto di pratiche che procurano sofferenze fisiche agli animali. Diritto all’assistenza veterinaria) .
4
Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche (Diritto per ogni specie animale a manifestare le normali caratteristiche comportamentali) .
5
Libertà dalla paura e dal disagio (Condizioni adeguate a evitare sofferenze emotive).
Conclusioni
Molto spesso l’equitazione naturale viene intesa come l’equitazione dei grattini e del andare a mangiare l’erba insieme ma non è affatto così.
Il percorso formativo naturale di un cavallo comporta spesso anche delle imposizioni, senza però l’uso della coercizione e con il rispetto dei limiti di ogni singolo individuo. Le competenze vengono costruite per gradi, mantenendo il livello di stress sempre nella soglia dell’attenzione e non facendolo mai sfociare nella paura e la frustrazione. Le parole d’ordine sono gradualità e gratificazione. Per fare un paragone con il genere umano, si inizia prima dall’asilo, per poi passare alle elementari e infine specializzarsi all’università.
È possibile affermare con certezza che la vera equitazione naturale è fatta di conoscenza, psicologia, comunicazione e cooperazione e mette al primo posto l’animale, garantendone il benessere psicofisico.
Allontanatevi dal “si fa così perché è sempre stato fatto così”, fatevi delle domande, documentatevi, siate curiosi e vi garantisco, per esperienza personale, che se riuscirete ad aprire la mente, senza pregiudizio, entrerete in un mondo magnifico, fatto di calma, serenità, risultati concreti e duraturi, sicurezza e tante, tante tante soddisfazioni.
Dimenticavo la cosa più importante: non improvvisate! Affidatevi a professionisti seri e preparati, che possano guidarvi in sicurezza in questo mondo meraviglioso. Scopri come scegliere il giusto addestratore per il tuo cavallo.