La comunicazione corporea
Il cavallo ha due canali comunicativi: la comunicazione corporea e la comunicazione vocale.
Osservando il comportamento degli equini, si può facilmente notare che comunicano principalmente attraverso il linguaggio del corpo. Infatti, ogni parte del cavallo è in grado di comunicare uno specifico messaggio e lo si può codificare, ad esempio, guardando come muove la coda o in che posizione tiene le orecchie (le orecchie all’indietro sono solitamente, ma non sempre, un segno di disapprovazione).
È importante osservare lo sguardo, notare se gli occhi sono minacciosi o meno; se arriccia il naso o apre la bocca per mordere o se alza un arto per calciare. Oltre ai segnali più evidenti come quelli appena elencati, il cavallo utilizza un linguaggio sopraffino, spesso appena percettibile, per comunicare con il mondo che lo circonda.
Imparare a interpretare il linguaggio dei cavalli non è facile come sembra. Le variabili in gioco sono molte e non sempre così evidenti.
Mentre noi esseri umani siamo ormai abituati a cogliere la sola comunicazione verbale, ignorando troppo spesso il linguaggio non verbale, per sua natura il cavallo è un eccellente interprete del linguaggio corporeo. Infatti, in anni ed anni di evoluzione ha sviluppato finemente la capacità di comunicazione e lettura corporea, garantendosi così la sopravvivenza. A livello evolutivo la comunicazione “silenziosa” con i propri simili è servita per non attirare l’attenzione dei predatori.
Uno studio condotto dall’Università del Sussex pubblicato sulla rivista Current Biology, prova per la prima volta in modo scientifico che i cavalli usano orecchie e occhi in modo raffinato e complesso per esprimere le proprie emozioni (gioia, sorpresa, tensione, rabbia, paura, pazienza e calma), e per comunicare con i propri simili. “
Si dice che Il cavallo è in grado di leggerci dentro, ma in realtà la sua conoscenza del linguaggio del corpo gli consente di cogliere ogni nostra minima sfumatura. Una nostra leggera tensione, l’euforia, la paura, la calma, l’assertività, il battito accelerato ecc. vengono subito percepiti ed è proprio per questo che al cavallo non si può mentire.

La comunicazione vocale
Difficilmente un cavallo utilizza la comunicazione vocale e ricorre a questo tipo di linguaggio nel momento in cui l’utilizzo di quello corporale risulterebbe inutile.
Può capitare che usi la sua “voce” per salutare un altro cavallo o un essere umano in lontananza; per stabilire la gerarchia sociale nell’incontro con altri cavalli o la propria dominanza; per esprimersi durante i momenti ludici e di socialità con altri equini.
Relazionarsi in sicurezza
Dando per scontato che il cavallo non può imparare il nostro linguaggio verbale, per instaurare una relazione sana e costruttiva, siamo costretti a imparare il suo modo di relazionarsi con i simili e il modo in cui comunica con il mondo circostante: il linguaggio del corpo.
Su questo articolo ho parlato degli strumenti base per comunicare con i cavalli.
È di fondamentale importanza riuscire a leggere il comportamento e il linguaggio equino. Questo ci permette di capirne lo stato d’animo e di conseguenza di relazionarsi in sicurezza.
Comprendere la comunicazione del corpo consente altresì di apprendere un nuovo linguaggio: il linguaggio dei cavalli. Un linguaggio da utilizzare per poter essere chiari nelle nostre intenzioni, cogliendo gli attimi giusti, per insegnargli e migliorare la qualità delle risposte.
Oltretutto utilizzare una comunicazione chiara è anche il modo più efficace di addestrare un cavallo.
Affinché si apprenda bene questa forma di linguaggio, occorre inizialmente evitare la comunicazione verbale e prediligere il linguaggio del corpo.
È necessario che l’uomo si avvicini al mondo equino in punta di piedi, con pazienza e rispetto.